blue jeans

All’interno della rivista Quaderni grigionitaliani nr. 83 (4/2014) è uscito un mio racconto inedito intitolato “Blue Jeans”

Per ordinare la rivista QGI con il mio racconto puoi scrivere direttamente a ordinazioni@pgi.ch, oppure chiamare lo 0041 (0)81 252 86 16.

copertina QGI nr. 83

Titolo pubblicazione: Quaderni grigionitaliani
Uscita: dicembre 2014
Editore: Pro Grigioni Italiano, Coira
Stampato presso: Tipografia Menghini, Poschiavo
Titolo racconto inedito: “Blue Jeans”
Autore: Josy Battaglia
Pagine: 5 (pg. 102-pg. 107)

Sinossi del racconto:

“In una qualsiasi grande metropoli latinoamericana. Una donna, Silvie, dimentica la borsetta in un bar, e non torna più a prenderla. Dieci giorni più tardi la ritrova e decide di cercare la persona che gliel’ha fatta riavere. Lungo la strada vede una ragazza, in blue jeans; gli stessi che portava lei anni prima, gli stessi che vorrebbe portare ancora. Riuscirà Silvie a trovare l’uomo della borsetta, e con lui le conferme di cui ha un disperato bisogno?”

Leggi l’incipit del racconto:

BLUE JEANS

Quando Silvie si accorse di non avere più con sé la borsetta, Tom le stava accarezzando la spalla, arricciando l’indice, come aveva fatto un’ora prima in un bar del centro. Sentiva il dito di suo marito accarezzarle la pelle, scorrendo via liscio. Con quel gesto, appesantito dalla noia degli anni, lui le confermava l’assenza del cinturino della borsetta. Dopo mezzo minuto che stavano così, Silvie ebbe la sensazione che quella stessa consapevolezza avrebbe presto potuto investire anche Tom, che invece continuava, come se si trattasse di un’operazione meccanica, priva d’intenzione. Mentre questo accadeva, i due guardavano dal finestrino, dove la città si presentava, pressoché incurante della loro provvisoria presenza.

– Tom, la borsetta! – esordì finalmente Silvie.
– Che vuoi dire?
– In quel bar… È che siamo andati via di fretta e credo di averla lasciata lì.
– Credi? Tu credi? – reagì Tom.
– …
– Stiamo per prendere l’aereo e tu credi? – ancora lui.
– È la mia di borsetta, non c’è bisogno di una delle tue scenate. E poi abbassa la voce, per favore.

Dopo aver incrociato gli occhi di Silvie nello specchietto retrovisore, il tassista tornò a guardare la strada.

(… continua)

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